Forwarded from Antitesi
🔻 La Resistenza non è un pranzo di gala 🔻
🚩 Il 5 ottobre è stata una giornata di resistenza.
Ad un anno dall’inizio del Diluvio di Al Aqsa la piazza coraggiosamente convocata a Roma da Gpi e Udap ha dimostrato la forza della solidarietà alla Resistenza palestinese. Oltre diecimila persone si sono trovate in piazza, ma molte di più hanno sfidato apertamente il dispositivo messo in campo dal Ministro Piantedosi. L’afflusso a Roma non è stato impedito né da un mese di campagna mediatica terroristica sulla manifestazione, orchestrata da media e governo, né dai relativi dispositivi di controllo e repressione.
🚩 Il 5 ottobre è stata una giornata di resistenza.
Ad un anno dall’inizio del Diluvio di Al Aqsa la piazza coraggiosamente convocata a Roma da Gpi e Udap ha dimostrato la forza della solidarietà alla Resistenza palestinese. Oltre diecimila persone si sono trovate in piazza, ma molte di più hanno sfidato apertamente il dispositivo messo in campo dal Ministro Piantedosi. L’afflusso a Roma non è stato impedito né da un mese di campagna mediatica terroristica sulla manifestazione, orchestrata da media e governo, né dai relativi dispositivi di controllo e repressione.
Forwarded from Antitesi
🔴 Il 5 ottobre è di tutti quelli che erano in piazza e hanno cercato in tutti i modi di esserci. Di tutti quelli in pullman che sono stati fermati lungo le vie di accesso alla capitale e rispediti indietro con ricatti ed intimidazioni. Delle decine di pullman “scortati” dalle forze dell’ordine per centinaia di chilometri affinché rientrassero nei luoghi da cui erano partiti. Di tutti quelli fermati alle stazioni dei treni alla partenza, all’arrivo, alla metro e negli autogrill, alcuni dei quali si sono visti rifilare fogli di via a pioggia.
Per tutti questi motivi essere in piazza in oltre diecimila persone è stata una vittoria. Il dispositivo militare-repressivo messo in campo dal governo, volto a vietare qualsiasi assembramento di persone, è politicamente fallito. La gestione della piazza non cade dal cielo e non è la scelta di un Ministro più fascista di quelli precedenti, ma è la conseguenza del contesto di guerra su scala globale. È il riflesso interno della guerra: la “guerra interna” fatta di reazione e repressione. È il manifestarsi del “diritto penale del nemico” che materializza lo Stato di guerra sul fronte interno.
🔻 La volontà del corteo di forzare il divieto a muoversi dalla piazza e poi la discreta compattezza in risposta alle cariche delle forze di polizia dimostrano che c’è chi non vuole chinare la testa contro la censura verso la Resistenza del popolo palestinese e lo stato di guerra che avanza. La vecchia litania degli infiltrati e dei “buoni e cattivi” è da respingere in ogni sua forma e va rispedita ai mittenti, ovvero governo, apparato massmediatico e sinistrume vario. Questa cantilena è funzionale solo a dividere, isolare e indebolire la forza delle lotte.
Al contrario, se il dispositivo repressivo messo in campo ieri dalle forze di polizia è l’esempio dell’applicazione dello stato di guerra sul “fronte interno”, bisogna organizzarsi per resistere con ancor più compattezza, unità, determinazione e forza. Lo stato di guerra e l’accelerata repressiva espressa dal Ddl 1660 non passeranno solo se ci sarà la forza concreta di bloccarli, violandone quindi l’uso e la loro legittimazione politica. Ciò che viene approvato nei palazzi governativi deve essere rigettato con forza nelle piazze in modo compatto.
🔻 Anche per questo esprimiamo piena solidarietà a tutti i compagni e le compagne colpiti dalla repressione: ai denunciati a cui è stato impedito di partecipare alla piazza, ai fermati in seguito alle cariche e al compagno processato per direttissima.
🚩 Il 5 ottobre a Roma è stato questo, un atto di resistenza di massa. Ma non deve essere l’ultimo, se vogliamo fermare l’avanzare dello stato di guerra e raccogliere forze per buttare giù questo sistema di miseria, guerra e sfruttamento. Resistere per vincere! 🚩
Antitesi
🔎 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/la-resistenza-non-e-un-pranzo-di-gala/
👉 https://www.instagram.com/p/DA0hiQ6CsCF/?igsh=MXhuNTg4MzQ1MDJzcQ==
Per tutti questi motivi essere in piazza in oltre diecimila persone è stata una vittoria. Il dispositivo militare-repressivo messo in campo dal governo, volto a vietare qualsiasi assembramento di persone, è politicamente fallito. La gestione della piazza non cade dal cielo e non è la scelta di un Ministro più fascista di quelli precedenti, ma è la conseguenza del contesto di guerra su scala globale. È il riflesso interno della guerra: la “guerra interna” fatta di reazione e repressione. È il manifestarsi del “diritto penale del nemico” che materializza lo Stato di guerra sul fronte interno.
🔻 La volontà del corteo di forzare il divieto a muoversi dalla piazza e poi la discreta compattezza in risposta alle cariche delle forze di polizia dimostrano che c’è chi non vuole chinare la testa contro la censura verso la Resistenza del popolo palestinese e lo stato di guerra che avanza. La vecchia litania degli infiltrati e dei “buoni e cattivi” è da respingere in ogni sua forma e va rispedita ai mittenti, ovvero governo, apparato massmediatico e sinistrume vario. Questa cantilena è funzionale solo a dividere, isolare e indebolire la forza delle lotte.
Al contrario, se il dispositivo repressivo messo in campo ieri dalle forze di polizia è l’esempio dell’applicazione dello stato di guerra sul “fronte interno”, bisogna organizzarsi per resistere con ancor più compattezza, unità, determinazione e forza. Lo stato di guerra e l’accelerata repressiva espressa dal Ddl 1660 non passeranno solo se ci sarà la forza concreta di bloccarli, violandone quindi l’uso e la loro legittimazione politica. Ciò che viene approvato nei palazzi governativi deve essere rigettato con forza nelle piazze in modo compatto.
🔻 Anche per questo esprimiamo piena solidarietà a tutti i compagni e le compagne colpiti dalla repressione: ai denunciati a cui è stato impedito di partecipare alla piazza, ai fermati in seguito alle cariche e al compagno processato per direttissima.
🚩 Il 5 ottobre a Roma è stato questo, un atto di resistenza di massa. Ma non deve essere l’ultimo, se vogliamo fermare l’avanzare dello stato di guerra e raccogliere forze per buttare giù questo sistema di miseria, guerra e sfruttamento. Resistere per vincere! 🚩
Antitesi
🔎 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/la-resistenza-non-e-un-pranzo-di-gala/
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Forwarded from Collettivo Levante - Padova 🔥
🔻7/10/2023 - 7/10/2024🔻
🇵🇸 Un anno dal 7 ottobre, un anno in cui la Resistenza palestinese ci ha insegnato ancora una volta che Resistere è necessario, vincere è possibile.
Contro l'imperialismo, contro lo stato di guerra, contro questo sistema che produce solo miseria, sfruttamento e morte: Resistiamo.
Al fianco del popolo palestinese, libanese, yemenita e di tutti i popoli oppressi del mondo. Al fianco degli oppressi, per costruire un mondo senza più classi, guerre e sfruttamento.
Che il 7 ottobre sia una data rivoluzionaria per continuare la nostra lotta.
O la Rivoluzione fermerà la guerra, o la guerra scatenerà la Rivoluzione.
Portiamo l'Intifada nel cuore dell'imperialismo.
PALESTINA LIBERA DAL FIUME AL MARE
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Jinggangashan
Ai piedi del monte
si vedono vessilli e bandiere,
sulla cima del monte
il corno risponde al tamburo.
L'esercito nemico ci circonda,
diecimila e mille ancora,
immobili noi resistiamo.
[...]
Da Huangyannjie tuona il cannone,
annuncia che l'esercito nemico
è fuggito nel buio della notte.
(Mao Ze Dong)
🇵🇸 Un anno dal 7 ottobre, un anno in cui la Resistenza palestinese ci ha insegnato ancora una volta che Resistere è necessario, vincere è possibile.
Contro l'imperialismo, contro lo stato di guerra, contro questo sistema che produce solo miseria, sfruttamento e morte: Resistiamo.
Al fianco del popolo palestinese, libanese, yemenita e di tutti i popoli oppressi del mondo. Al fianco degli oppressi, per costruire un mondo senza più classi, guerre e sfruttamento.
Che il 7 ottobre sia una data rivoluzionaria per continuare la nostra lotta.
O la Rivoluzione fermerà la guerra, o la guerra scatenerà la Rivoluzione.
Portiamo l'Intifada nel cuore dell'imperialismo.
PALESTINA LIBERA DAL FIUME AL MARE
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Jinggangashan
Ai piedi del monte
si vedono vessilli e bandiere,
sulla cima del monte
il corno risponde al tamburo.
L'esercito nemico ci circonda,
diecimila e mille ancora,
immobili noi resistiamo.
[...]
Da Huangyannjie tuona il cannone,
annuncia che l'esercito nemico
è fuggito nel buio della notte.
(Mao Ze Dong)
Forwarded from Antitesi
🔻 Condividiamo il nostro volantino distribuito in occasione della manifestazione del 5 ottobre a Roma! 🔻
🚩RESISTERE PER VINCERE! 🚩
🔎 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/la-resistenza-non-e-un-pranzo-di-gala/
👉🏽 https://www.instagram.com/p/DA2-hyYC1zD/?igsh=MWg3YW42ZXRoYzVqNg==
🚩RESISTERE PER VINCERE! 🚩
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Forwarded from Antitesi
🔻 Evento presentato dal Collettivo Comunista Lunga Marcia - Antitesi Milano 🔻
Forwarded from Revdar Milano
📢 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗤𝘂𝗮𝗱𝗲𝗿𝗻𝗼 𝘀𝘂𝗹 𝗦𝗶𝗼𝗻𝗶𝘀𝗺𝗼 📢
🗓 𝟮𝟱 𝗢𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟱 📍 𝗩𝗶𝗮 𝗤𝘂𝗶𝗻𝘁𝗼 𝗥𝗼𝗺𝗮𝗻𝗼 𝟭𝟳
𝐃𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟖.𝟑𝟎 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐢𝐭𝐢𝐯𝐨, 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟗,𝟑𝟎 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
Il quaderno rappresenta uno strumento fondamentale per comprendere le radici e le implicazioni del sionismo, ideologia alla base del colonialismo e dell’oppressione del popolo palestinese.
𝙋𝙚𝙧𝙘𝙝é 𝙫𝙤𝙜𝙡𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙦𝙪𝙖𝙙𝙚𝙧𝙣𝙤? perchè vogliamo evidenziare come il sionismo non sia solo un problema dei palestinesi, ma una sovrastruttura che permea anche la nostra società, quindi anche un nostro problema.
E in un contesto in cui si tenta di criminalizzare sia l’antisionismo equiparandolo all’antisemitismo, sia il movimento in solidarietà alla palestina e chiunque si ponga su un piano rivoluzionario, è essenziale fornire strumenti di analisi e resistenza contro la propaganda che giustifica l’occupazione, la guerra e la repressione.
𝐕𝐢 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐮𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐭𝐞𝐦𝐢 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐧𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥𝐚 𝐠𝐮erra
🗓 𝟮𝟱 𝗢𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟱 📍 𝗩𝗶𝗮 𝗤𝘂𝗶𝗻𝘁𝗼 𝗥𝗼𝗺𝗮𝗻𝗼 𝟭𝟳
𝐃𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟖.𝟑𝟎 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐢𝐭𝐢𝐯𝐨, 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟗,𝟑𝟎 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
Il quaderno rappresenta uno strumento fondamentale per comprendere le radici e le implicazioni del sionismo, ideologia alla base del colonialismo e dell’oppressione del popolo palestinese.
𝙋𝙚𝙧𝙘𝙝é 𝙫𝙤𝙜𝙡𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙦𝙪𝙖𝙙𝙚𝙧𝙣𝙤? perchè vogliamo evidenziare come il sionismo non sia solo un problema dei palestinesi, ma una sovrastruttura che permea anche la nostra società, quindi anche un nostro problema.
E in un contesto in cui si tenta di criminalizzare sia l’antisionismo equiparandolo all’antisemitismo, sia il movimento in solidarietà alla palestina e chiunque si ponga su un piano rivoluzionario, è essenziale fornire strumenti di analisi e resistenza contro la propaganda che giustifica l’occupazione, la guerra e la repressione.
𝐕𝐢 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐮𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐭𝐞𝐦𝐢 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐧𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥𝐚 𝐠𝐮erra
Forwarded from Antitesi
🚩 É uscito il nuovo numero della rivista Antitesi! 🚩
Scrivici per ordinare la tua copia, oppure vieni nei nostri punti di distribuzione:
📍Catania - Comitato di Solidarietà Popolare Graziella Giuffrida, Via Vittorio Emanuele 436
📍Firenze - Spazio Autogestito D5, Polo di Novoli
📍Mestre - Tuttinpiedi, Piazzetta Canova 1
📍Milano - Revdar, Via Quinti Romana
📍Padova - Biblioteca Stella Rossa, Galleria Ognissanti 8
📍Sesto San Giovanni - Spazio Magente, Via Magenta 117
Potete trovare nuovi e vecchi numeri anche a Trieste, Genova, Torino, Roma e Bologna scrivendo ad antitesi@inventati.org
👉 Leggi l'indice del n. 17 della rivista:
sul nostro sito: https://antitesirivista.org/antitesi-17/
su Instagram: https://www.instagram.com/p/DBWiustC1_H/?igsh=YXdkZndldDF6cTIy
🔎 Leggi l'editoriale "Contro la guerra imperialista per una linea rivoluzionaria" sul nostro sito: https://antitesirivista.org/antitesi/17/editoriale/contro-la-guerra-imperialista-per-una-linea-rivoluzionaria/
Scrivici per ordinare la tua copia, oppure vieni nei nostri punti di distribuzione:
📍Catania - Comitato di Solidarietà Popolare Graziella Giuffrida, Via Vittorio Emanuele 436
📍Firenze - Spazio Autogestito D5, Polo di Novoli
📍Mestre - Tuttinpiedi, Piazzetta Canova 1
📍Milano - Revdar, Via Quinti Romana
📍Padova - Biblioteca Stella Rossa, Galleria Ognissanti 8
📍Sesto San Giovanni - Spazio Magente, Via Magenta 117
Potete trovare nuovi e vecchi numeri anche a Trieste, Genova, Torino, Roma e Bologna scrivendo ad antitesi@inventati.org
👉 Leggi l'indice del n. 17 della rivista:
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🔎 Leggi l'editoriale "Contro la guerra imperialista per una linea rivoluzionaria" sul nostro sito: https://antitesirivista.org/antitesi/17/editoriale/contro-la-guerra-imperialista-per-una-linea-rivoluzionaria/
Forwarded from Collettivo Levante - Padova 🔥
📢 CONTRO LO STATO DI GUERRA
🛑 Scendiamo in piazza, fermiamo il DDL 1660.
🔻Il 18 settembre la camera ha approvato il nuovo “pacchetto sicurezza” che ora passa all’esame al senato. Un disegno di legge che vuole colpire preventivamente qualsiasi tipo di lotta nel nostro paese. L’ennesimo tentativo del governo di silenziare il dissenso per implementare lo stato di guerra, funzionale a tenere sotto controllo il fronte interno, mentre sul fronte esterno continua a sostenere la guerra imperialista: da Kiev fino a Gaza.
Lottare contro la guerra imperialista e al fianco dei popoli oppressi vuol dire oggi resistere alla “guerra interna”, combattere questo pacchetto sicurezza che ne rappresenta una sua evoluzione.
Se la strada sporca di sangue che padroni e imperialisti hanno intrapreso per uscire dalla crisi di un sistema economico putrefatto è ormai chiara, la via della Resistenza lo è ancora di più.
I popoli di tutto il mondo hanno già compreso da che parte stare: dalla parte giusta della storia, contro le loro classi dominanti e i loro governi.
Al fianco della Resistenza palestinese che ci sta dimostrando che non solo resistere è necessario, ma che vincere è possibile.
🚩 26 OTTOBRE - CORTEO
‼️ORE 15:00 - STAZIONE (PADOVA)
CONTRO IL DDL 1660
CONTRO LO STATO DI GUERRA
CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA
RESISTERE PER VINCERE
🛑 Scendiamo in piazza, fermiamo il DDL 1660.
🔻Il 18 settembre la camera ha approvato il nuovo “pacchetto sicurezza” che ora passa all’esame al senato. Un disegno di legge che vuole colpire preventivamente qualsiasi tipo di lotta nel nostro paese. L’ennesimo tentativo del governo di silenziare il dissenso per implementare lo stato di guerra, funzionale a tenere sotto controllo il fronte interno, mentre sul fronte esterno continua a sostenere la guerra imperialista: da Kiev fino a Gaza.
Lottare contro la guerra imperialista e al fianco dei popoli oppressi vuol dire oggi resistere alla “guerra interna”, combattere questo pacchetto sicurezza che ne rappresenta una sua evoluzione.
Se la strada sporca di sangue che padroni e imperialisti hanno intrapreso per uscire dalla crisi di un sistema economico putrefatto è ormai chiara, la via della Resistenza lo è ancora di più.
I popoli di tutto il mondo hanno già compreso da che parte stare: dalla parte giusta della storia, contro le loro classi dominanti e i loro governi.
Al fianco della Resistenza palestinese che ci sta dimostrando che non solo resistere è necessario, ma che vincere è possibile.
🚩 26 OTTOBRE - CORTEO
‼️ORE 15:00 - STAZIONE (PADOVA)
CONTRO IL DDL 1660
CONTRO LO STATO DI GUERRA
CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA
RESISTERE PER VINCERE
Forwarded from Antitesi
🚩 La sentenza sul caso Parelli è un attacco ai lavoratori
Operai e padroni non hanno le stesse responsabilità! 🚩
Il Tribunale di Udine è riuscito a rendere, se possibile, ancora più pesante la morte di Lorenzo Parelli, studente di 18 anni morto il 21 gennaio del 2022, all’ultimo giorno di stage alla Burimec. Di ieri la sentenza che condanna a 3 anni di reclusione l’operaio che quel giorno era affiancato al ragazzo, a 2 anni e 4 mesi il tutor aziendale, assente il giorno dell’incidente a causa del Covid e a 3 anni e 23 mila euro di multa l’imprenditore, accettando il patteggiamento. Una sentenza vergognosa che equipara padrone e operaio, sfruttati e sfruttatore, chi guadagna sulle spalle del lavoro degli altri e chi, troppo spesso, fatica ad arrivare a fine mese. Un epilogo che mette sullo stesso piano, in materia di sicurezza sul posto di lavoro, un lavoratore con l’imprenditore, e che condanna l’azienda ad una misera multa di qualche migliaia di euro a fronte dei numerosi guadagni dati anche dal lavoro gratuito o quasi degli studenti.
Contrariamente a quanto prevederebbe la presenza di studenti in azienda, questi spesso vengono abbandonati a loro stessi, viene chiesto loro di svolgere operazioni per cui non sono formati, per non parlare della “richiesta” di lavoro straordinario, magari con la promessa di una futura assunzione. Quindi non stupisce, purtroppo, che questi ragazzi si trovino a pagare il contributo di sangue al profitto, andando ad ingrossare le statistiche delle morti e degli infortuni nei posti di lavoro.
A questo si affianca la figura del “preposto di fatto” nelle aziende, ovvero chi, anche senza una formale nomina ma semplicemente con il riconoscimento di sostanza da parte degli altri lavoratori, si ritrova a coprire ruoli di responsabilità per la sicurezza sul lavoro, andando a sgravare dalla colpa il titolare dell’azienda. Questo inoltre porta a dividere ulteriormente i lavoratori, disgregandoli e attenuando la responsabilità delle aziende in caso di infortuni o morti bianche.
In un perfetto connubio di interessi tra capitale, istruzione e magistratura, ci troviamo ancora una volta a piangere un morto, dalla nostra parte, che non vedrà giustizia da chi porta avanti solo gli interessi della classe dominante.
Dopo anni di massacri all’istruzione pubblica sono riusciti, con l’alternanza scuola-lavoro (oggi PCTO) a plasmare l’istruzione su esigenze di mercato, con l’intento di abituare le future generazioni a diventare cittadini e lavoratori dediti al sacrificio, alla paga misera e alle imposizioni “dall’alto”.
Questo passaggio è necessario alla nostra controparte in una fase di tendenza alla guerra, dove la prospettiva può essere solo quella di convincere le nuove generazioni ad obbedire, sacrificarsi nel nome della patria e del “benessere collettivo”. Dove non arriva la convinzione arriva la repressione, come abbiamo visto contro gli studenti a Torino che per aver protestato contro le morti degli studenti in PCTO si sono visti addirittura piombare sulla testa gli arresti domiciliari. Lo vediamo oggi con il nuovo ddl 1660 che, in continuità con i governi precedenti, colpisce specificatamente i lavoratori e, in generale, chi si mobilita per i propri diritti.
Dobbiamo organizzare la resistenza contro i padroni e legarla alla lotta contro chi ci sta trascinando in guerra, imponendo manovre lacrime e sangue, producendo morti sul lavoro e nei banchi di scuola. Solo abbattendo questo sistema di morte, guerra e sfruttamento possiamo invertire la strada verso la barbarie.
LORO I PROFITTI LORO LA GUERRA
NOSTRI I MORTI
PAGHERETE CARO!
Antitesi
🔎 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/la-sentenza-sul-caso-parelli-e-un-attacco-ai-lavoratori/
Operai e padroni non hanno le stesse responsabilità! 🚩
Il Tribunale di Udine è riuscito a rendere, se possibile, ancora più pesante la morte di Lorenzo Parelli, studente di 18 anni morto il 21 gennaio del 2022, all’ultimo giorno di stage alla Burimec. Di ieri la sentenza che condanna a 3 anni di reclusione l’operaio che quel giorno era affiancato al ragazzo, a 2 anni e 4 mesi il tutor aziendale, assente il giorno dell’incidente a causa del Covid e a 3 anni e 23 mila euro di multa l’imprenditore, accettando il patteggiamento. Una sentenza vergognosa che equipara padrone e operaio, sfruttati e sfruttatore, chi guadagna sulle spalle del lavoro degli altri e chi, troppo spesso, fatica ad arrivare a fine mese. Un epilogo che mette sullo stesso piano, in materia di sicurezza sul posto di lavoro, un lavoratore con l’imprenditore, e che condanna l’azienda ad una misera multa di qualche migliaia di euro a fronte dei numerosi guadagni dati anche dal lavoro gratuito o quasi degli studenti.
Contrariamente a quanto prevederebbe la presenza di studenti in azienda, questi spesso vengono abbandonati a loro stessi, viene chiesto loro di svolgere operazioni per cui non sono formati, per non parlare della “richiesta” di lavoro straordinario, magari con la promessa di una futura assunzione. Quindi non stupisce, purtroppo, che questi ragazzi si trovino a pagare il contributo di sangue al profitto, andando ad ingrossare le statistiche delle morti e degli infortuni nei posti di lavoro.
A questo si affianca la figura del “preposto di fatto” nelle aziende, ovvero chi, anche senza una formale nomina ma semplicemente con il riconoscimento di sostanza da parte degli altri lavoratori, si ritrova a coprire ruoli di responsabilità per la sicurezza sul lavoro, andando a sgravare dalla colpa il titolare dell’azienda. Questo inoltre porta a dividere ulteriormente i lavoratori, disgregandoli e attenuando la responsabilità delle aziende in caso di infortuni o morti bianche.
In un perfetto connubio di interessi tra capitale, istruzione e magistratura, ci troviamo ancora una volta a piangere un morto, dalla nostra parte, che non vedrà giustizia da chi porta avanti solo gli interessi della classe dominante.
Dopo anni di massacri all’istruzione pubblica sono riusciti, con l’alternanza scuola-lavoro (oggi PCTO) a plasmare l’istruzione su esigenze di mercato, con l’intento di abituare le future generazioni a diventare cittadini e lavoratori dediti al sacrificio, alla paga misera e alle imposizioni “dall’alto”.
Questo passaggio è necessario alla nostra controparte in una fase di tendenza alla guerra, dove la prospettiva può essere solo quella di convincere le nuove generazioni ad obbedire, sacrificarsi nel nome della patria e del “benessere collettivo”. Dove non arriva la convinzione arriva la repressione, come abbiamo visto contro gli studenti a Torino che per aver protestato contro le morti degli studenti in PCTO si sono visti addirittura piombare sulla testa gli arresti domiciliari. Lo vediamo oggi con il nuovo ddl 1660 che, in continuità con i governi precedenti, colpisce specificatamente i lavoratori e, in generale, chi si mobilita per i propri diritti.
Dobbiamo organizzare la resistenza contro i padroni e legarla alla lotta contro chi ci sta trascinando in guerra, imponendo manovre lacrime e sangue, producendo morti sul lavoro e nei banchi di scuola. Solo abbattendo questo sistema di morte, guerra e sfruttamento possiamo invertire la strada verso la barbarie.
LORO I PROFITTI LORO LA GUERRA
NOSTRI I MORTI
PAGHERETE CARO!
Antitesi
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Forwarded from Antitesi
📢 𝐄𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨: "𝐅𝐢𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐥'𝐈𝐦𝐩𝐞𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢𝐬𝐦𝐨: 𝐥'𝐚𝐛𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐢 𝐞 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚"
🌍 Perché assistiamo a un nuovo 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐨 𝐠𝐥𝐨𝐛𝐚𝐥𝐞 alla conquista dell'aborto legale? È solo l'influenza dei 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐫𝐢 della borghesia imperialista, come i circoli evangelici negli USA o la Chiesa cattolica in Italia, come vorrebbe farci credere una certa propaganda liberale? O ci sono 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢 in gioco?
Ne discutiamo insieme!
🕒 Quando? Sabato 16 novembre alle ore 18:30 (raggiungici alle 17:00 per un aperitivo insieme🍹)
📍 Dove? @RevdarBaggioMilano - Via Quinto Romano 17, Milano
👇 https://www.instagram.com/p/DB1nuEFsGQG/?igsh=MWFtZnZ2ZHhjNW42aQ==
🌍 Perché assistiamo a un nuovo 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐨 𝐠𝐥𝐨𝐛𝐚𝐥𝐞 alla conquista dell'aborto legale? È solo l'influenza dei 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐫𝐢 della borghesia imperialista, come i circoli evangelici negli USA o la Chiesa cattolica in Italia, come vorrebbe farci credere una certa propaganda liberale? O ci sono 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢 in gioco?
Ne discutiamo insieme!
🕒 Quando? Sabato 16 novembre alle ore 18:30 (raggiungici alle 17:00 per un aperitivo insieme🍹)
📍 Dove? @RevdarBaggioMilano - Via Quinto Romano 17, Milano
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VIEW IN TELEGRAM
🔥DOMANI - SPECIALE 4 NOVEMBRE🔥
Cosa rappresenta il 4 novembre? Lo approfondiamo con un podcast dedicato a questa data e al suo vero significato.
🌐 SOLO SU: www.RadiAzione.org
Cosa rappresenta il 4 novembre? Lo approfondiamo con un podcast dedicato a questa data e al suo vero significato.
🌐 SOLO SU: www.RadiAzione.org
🔥CONTRO LA GUERRA: RIVOLUZIONE! - SPECIALE 4 NOVEMBRE🔥
🔻Oggi è il 4 novembre, già giornata dell'unità nazionale che ricorda la fine della Prima guerra mondiale, da quest'anno diventata ufficialmente giornata delle forze armate.
🔻In questo podcast, vogliamo guardare al 4 novembre, non solo ricordando il massacro delle Prima guerra mondiale. Vogliamo esplorare il ruolo della propaganda e il suo potere nel plasmare cosa e come ricordiamo, cosa ci viene chiesto di sostenere e cosa, invece, viene spinto nell’oblio.
🔻Lo facciamo oggi in un periodo di crisi economica che sta imponendo alle formazioni capitaliste occidentali, Italia compresa, un passaggio al capitalismo di guerra. Questo passaggio si traduce, da un lato, in spese belliche crescenti che drenano fondi pubblici a scapito di sanità, istruzione e welfare. Dall'altro, si manifesta nel bisogno di mantenere il consenso e zittire il dissenso interno.
‼️Ma come si attua tutto questo?
🌐 ASCOLTA IL PODCAST SU RADIAZIONE.ORG
🔻Oggi è il 4 novembre, già giornata dell'unità nazionale che ricorda la fine della Prima guerra mondiale, da quest'anno diventata ufficialmente giornata delle forze armate.
🔻In questo podcast, vogliamo guardare al 4 novembre, non solo ricordando il massacro delle Prima guerra mondiale. Vogliamo esplorare il ruolo della propaganda e il suo potere nel plasmare cosa e come ricordiamo, cosa ci viene chiesto di sostenere e cosa, invece, viene spinto nell’oblio.
🔻Lo facciamo oggi in un periodo di crisi economica che sta imponendo alle formazioni capitaliste occidentali, Italia compresa, un passaggio al capitalismo di guerra. Questo passaggio si traduce, da un lato, in spese belliche crescenti che drenano fondi pubblici a scapito di sanità, istruzione e welfare. Dall'altro, si manifesta nel bisogno di mantenere il consenso e zittire il dissenso interno.
‼️Ma come si attua tutto questo?
🌐 ASCOLTA IL PODCAST SU RADIAZIONE.ORG
Forwarded from Antitesi
🔻 Il 4 novembre, istituito ufficialmente per commemorare la vittoria dell’Italia nella Prima guerra mondiale come “Giornata dell’unità nazionale”, è da sempre utilizzato per celebrare il comparto militare nazionale. Come ogni anno, assisteremo alle passerelle di alti ufficiali, cerimonie militari, eventi istituzionali nazionali, locali e all’interno delle scuole, volti a promuovere e rafforzare la legittimità ed esaltare il ruolo delle forze armate che sono poste da sempre a difesa degli interessi della classe dominante. Queste celebrazioni oggi sono funzionali alla costruzione di una egemonia di guerra all’interno di un quadro di irregimentamento dei rapporti sociali in corso da tempo, che oggi subisce un’importante accelerazione.
Nel contesto attuale di drammatico sviluppo della guerra imperialista, la promozione della cultura della guerra riveste un’importanza centrale per il piano egemonico della borghesia imperialista.
Nel contesto attuale di drammatico sviluppo della guerra imperialista, la promozione della cultura della guerra riveste un’importanza centrale per il piano egemonico della borghesia imperialista.
Forwarded from Antitesi
Questo militarismo è una sovrastruttura ideologica, politica ed organizzativa del capitalismo. Nelle fasi di guerra si sviluppa, come parte della giustificazione ideologica della guerra stessa, con l’obiettivo preciso di egemonizzare, disciplinare e mobilitare le masse popolari in funzione di essa.
💥 L’aggravamento della tendenza alla guerra imperialista sul fronte esterno con la prospettiva concreta della terza guerra mondiale - un processo di cui il “nostro” governo è parte integrante - è sotto gli occhi di tutti. Per la borghesia imperialista delle formazioni occidentali, in crisi di sovraccumulazione di capitali, la guerra è una strada obbligata per tenere in piedi il sistema di oppressione e sfruttamento e far fronte ad una profonda crisi di egemonia globale. Dagli sviluppi del conflitto in Ucraina, in cui i governi del blocco Nato sono sempre più coinvolti, all’offensiva sionista che procede a Gaza e che ora si allarga al Libano, la prospettiva di uno scontro diretto tra le borghesie imperialiste occidentali e quelle delle potenze emergenti si fa via via più concreta.
Ma per condurre la guerra sul fronte esterno occorre un fronte interno pacificato, disciplinato e complice. Il militarismo è al contempo strumento egemonico sulle masse popolari e arma ideologica per la repressione delle lotte sociali.
Imporre l’egemonia di guerra e la “pace sociale” sul fronte interno per le borghesie al potere è necessario e vitale. Con lo stato di guerra quello che è in gioco è la tenuta dell’ordinamento sociale dominante, una partita che non può essere persa e che si gioca su diversi terreni: dall’ideologia militare che entra sempre più pervasivamente nel mondo dell’istruzione, dalle scuole alle università, puntando in primis ai giovani come cervelli e braccia per la guerra; all'implementazione di nuovi strumenti giuridico-repressivi per lo stato di guerra interna, di cui il nuovo pacchetto sicurezza del ddl 1660 rappresenta la faccia più palese, volti a reprimere preventivamente qualunque forma di lotta nel nostro paese.
Questa stretta securitaria e i tentativi di egemonizzare le masse in funzione di una mobilitazione reazionaria, tuttavia, per il momento non sembrano portare gli effetti desiderati. Le innumerevoli piazze in solidarietà alla Resistenza palestinese che hanno animato le strade del nostro paese nell’ultimo anno, la determinazione con cui il 5 ottobre tantissimi giovani da tutta l’Italia sono scesi in piazza a Roma sfidando qualunque divieto e le mobilitazioni contro ddl 1660 in diverse piazze d’Italia, dimostrano che il nostro paese è tutt’altro che pacificato. In questa situazione sempre più larghe masse diventano consapevoli di chi è il loro nemico principale: la borghesia imperialista.
🔻 Il regime della guerra interna imposto dalla classe dominante dobbiamo interpretarlo come un’opportunità per la prospettiva rivoluzionaria.
La spirale della tendenza alla guerra sul fronte esterno è una conseguenza della putrefazione del capitalismo nella fase imperialista e può essere spezzata solo con la rivoluzione proletaria. Questa deve essere la nostra consapevolezza! La storia lo ha già dimostrato: la guerra imperialista si può fermare solo con la Rivoluzione proletaria!
A questo fine dobbiamo lavorare per rafforzare il movimento contro la guerra imperialista e unirci alla resistenza di tutti i popoli oppressi che lottano contro il “nostro” imperialismo dominante.
🔻 Oggi, più che mai, dobbiamo lottare risolutamente per la sconfitta del nostro imperialismo e la sua egemonia di guerra: perseguendo la sua sconfitta poniamo le basi per la costruzione di una nostra egemonia di classe e per la prospettiva rivoluzionaria.
🚩 O LA RIVOLUZIONE FERMA LA GUERRA, O LA GUERRA SCATENA LA RIVOLUZIONE!
🚩 MORTE ALL’IMPERIALISMO, LIBERTA’ AI POPOLI
CONTRO IL MILITARISMO IMPERIALISTA: RESISTERE PER VINCERE!
Antitesi
👉 https://www.instagram.com/p/DCByWFmifcu/?igsh=MWJwcmxheDNhZGtqdw==
🔎 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/contro-la-guerra-rivoluzione/
💥 L’aggravamento della tendenza alla guerra imperialista sul fronte esterno con la prospettiva concreta della terza guerra mondiale - un processo di cui il “nostro” governo è parte integrante - è sotto gli occhi di tutti. Per la borghesia imperialista delle formazioni occidentali, in crisi di sovraccumulazione di capitali, la guerra è una strada obbligata per tenere in piedi il sistema di oppressione e sfruttamento e far fronte ad una profonda crisi di egemonia globale. Dagli sviluppi del conflitto in Ucraina, in cui i governi del blocco Nato sono sempre più coinvolti, all’offensiva sionista che procede a Gaza e che ora si allarga al Libano, la prospettiva di uno scontro diretto tra le borghesie imperialiste occidentali e quelle delle potenze emergenti si fa via via più concreta.
Ma per condurre la guerra sul fronte esterno occorre un fronte interno pacificato, disciplinato e complice. Il militarismo è al contempo strumento egemonico sulle masse popolari e arma ideologica per la repressione delle lotte sociali.
Imporre l’egemonia di guerra e la “pace sociale” sul fronte interno per le borghesie al potere è necessario e vitale. Con lo stato di guerra quello che è in gioco è la tenuta dell’ordinamento sociale dominante, una partita che non può essere persa e che si gioca su diversi terreni: dall’ideologia militare che entra sempre più pervasivamente nel mondo dell’istruzione, dalle scuole alle università, puntando in primis ai giovani come cervelli e braccia per la guerra; all'implementazione di nuovi strumenti giuridico-repressivi per lo stato di guerra interna, di cui il nuovo pacchetto sicurezza del ddl 1660 rappresenta la faccia più palese, volti a reprimere preventivamente qualunque forma di lotta nel nostro paese.
Questa stretta securitaria e i tentativi di egemonizzare le masse in funzione di una mobilitazione reazionaria, tuttavia, per il momento non sembrano portare gli effetti desiderati. Le innumerevoli piazze in solidarietà alla Resistenza palestinese che hanno animato le strade del nostro paese nell’ultimo anno, la determinazione con cui il 5 ottobre tantissimi giovani da tutta l’Italia sono scesi in piazza a Roma sfidando qualunque divieto e le mobilitazioni contro ddl 1660 in diverse piazze d’Italia, dimostrano che il nostro paese è tutt’altro che pacificato. In questa situazione sempre più larghe masse diventano consapevoli di chi è il loro nemico principale: la borghesia imperialista.
🔻 Il regime della guerra interna imposto dalla classe dominante dobbiamo interpretarlo come un’opportunità per la prospettiva rivoluzionaria.
La spirale della tendenza alla guerra sul fronte esterno è una conseguenza della putrefazione del capitalismo nella fase imperialista e può essere spezzata solo con la rivoluzione proletaria. Questa deve essere la nostra consapevolezza! La storia lo ha già dimostrato: la guerra imperialista si può fermare solo con la Rivoluzione proletaria!
A questo fine dobbiamo lavorare per rafforzare il movimento contro la guerra imperialista e unirci alla resistenza di tutti i popoli oppressi che lottano contro il “nostro” imperialismo dominante.
🔻 Oggi, più che mai, dobbiamo lottare risolutamente per la sconfitta del nostro imperialismo e la sua egemonia di guerra: perseguendo la sua sconfitta poniamo le basi per la costruzione di una nostra egemonia di classe e per la prospettiva rivoluzionaria.
🚩 O LA RIVOLUZIONE FERMA LA GUERRA, O LA GUERRA SCATENA LA RIVOLUZIONE!
🚩 MORTE ALL’IMPERIALISMO, LIBERTA’ AI POPOLI
CONTRO IL MILITARISMO IMPERIALISTA: RESISTERE PER VINCERE!
Antitesi
👉 https://www.instagram.com/p/DCByWFmifcu/?igsh=MWJwcmxheDNhZGtqdw==
🔎 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/contro-la-guerra-rivoluzione/
Per chi non può partecipare dal vivo può seguire l'iniziativa dalle 16 su diretta.radiazione.org o ovviamente riascoltarsi il podcast in un secondo momento
Forwarded from Collettivo Levante - Padova 🔥
MIO CARO PADRONE, MI DEVI PAGARE!
Lavoratori e lavoratrici, giovani, precari, sottopagati e privi di supporto sindacale presentano due incontri di dibattito e confronto tra chi, attraversando vari luoghi
di lavoro, non si sente sicuro di conoscere a pieno i propri diritti e ciò che gli spetta.
👉 SABATO 9 NOVEMBRE ORE 16
‼️ PRIMO INCONTRO: "COME SI LEGGE LA BUSTA PAGA?"
📍presso il circolo IL PICCHETTO
Galleria Ognissanti 8, Portello
Analizziamo la busta paga per capire ciò che ci spetta in termini di malattia,
ferie, permessi, 13a, 14a e dove finiscono i soldi che ci tolgono in tasse e contributi
Sabato 23 Novembre
Secondo incontro: "Che cos'è il salario?"
Vediamo come si calcola e da cosa è composto, per capire come i padroni
si arricchiscono con il nostro lavoro.
Lavoratori e lavoratrici, giovani, precari, sottopagati e privi di supporto sindacale presentano due incontri di dibattito e confronto tra chi, attraversando vari luoghi
di lavoro, non si sente sicuro di conoscere a pieno i propri diritti e ciò che gli spetta.
👉 SABATO 9 NOVEMBRE ORE 16
‼️ PRIMO INCONTRO: "COME SI LEGGE LA BUSTA PAGA?"
📍presso il circolo IL PICCHETTO
Galleria Ognissanti 8, Portello
Analizziamo la busta paga per capire ciò che ci spetta in termini di malattia,
ferie, permessi, 13a, 14a e dove finiscono i soldi che ci tolgono in tasse e contributi
Sabato 23 Novembre
Secondo incontro: "Che cos'è il salario?"
Vediamo come si calcola e da cosa è composto, per capire come i padroni
si arricchiscono con il nostro lavoro.